Il cyberflashing fenomeno in costante aumento

Il cyberflashing fenomeno in costante aumento

 

Il cyberflashing, è quella pratica ignobile e molesta che consiste nell'invio di immagini oscene a estranei online, nella maggior parte dei casi il molestatore è un uomo e il molestato è una donna.

Il cyberflashing, un fenomeno in costante aumento

L'invio non richiesto di foto oscene tramite chat, posta elettronica o altri mezzi di comunicazione, è una molestia e come tale va trattata.
La Iuris Investigazioni
 si è più volte trovata ad affrontare questo tipo di problema che spesso è collegato al fenomeno del cyberbullismo e dello stalking.

Come già accennato il Cyber Flashing consiste nell’invio di immagini oscene a contenuto sessuale, le cosiddette «dick pic», ossia primi piani di genitali maschili inviati senza alcuna richiesta da parte del ricevente.

Il fenomeno è a dir poco sconcertante soprattutto alla luce dei dati statistici rilevati da un importante studio condotto nel Regno Unito nel 2020, secondo il quale più del 40 per cento delle donne tra i 25 e i 35 anni affermava di aver ricevuto un’immagine non richiesta di genitali maschili, quindi di essere stata vittima di molestia.

In Italia, purtroppo, non esiste ancora un reato specifico che possa punire questo tipo di comportamento, esiste l'articolo 660 c.p. che riporteremo di seguito ma non può essere considerato idoneo al contrasto del Cyber Flashing .

  • Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 516”.

L'articolo in questione cita espressamente la molestia perpetrata in luogo pubblico è se anche la Corte di Cassazione abbia identificato la piattaforma Facebook come una grande piazza virtuale, quindi assimilabile a un luogo pubblico, ciò non consente di identificare in analogo modo le applicazioni di messaggistica privata, anche se la giurisprudenza si sta orientando sempre di più in un'ottica di reato.

In Inghilterra e Galles è entrata in vigore una legge specifica che stabilisce una pena di fino a due anni di reclusione e l'inserimento nel registro degli autori di reati sessuali per questa forma di molestia, purché venga dimostrato che il molestatore abbia agito intenzionalmente e con lo scopo di arrecare danno alla vittima, cosa che ritengo piuttosto complicata da provare e che offre sin troppe scappatoie al malvivente.

Molto più severe sono invece le leggi adottate presso Singapore, in cui il cyberflashing, la fotografia upskirt e il revenge porn sono stati criminalizzati da maggio 2019.
L'investigatore privato consiglia vivamente di adottare alcune contromisure per rendere più difficile l'invio delle immagini e quindi impedire che la molestia possa essere perpetrata.
Solitamente l'invio di immagini oscene da parte di sconosciuti avviene tramite servizi di messaggistica tramite Bluetooth o tramite
AirDrop, uno strumento che consente di condividere istantaneamente i contenuti con altri dispositivi Apple nelle vicinanze.
Purtroppo le impostazioni predefinite di AirDrop consentono a chiunque di inviare immagini in modo anonimo ma è possibile modificarle per incrementare il sistema di sicurezza del nostro dispositivo.
Per proteggersi quindi occorrerà seguire i seguenti passaggi:

  1. Apri “impostazioni” dello smartphone;

  2. Seleziona “GENERALI”;

  3. Seleziona “airdrop” e poi “ricezione non attiva” per bloccare tutti i contenuti in entrata; in alternativa seleziona “solo contatti” per permettere solo ai numeri salvati in rubrica di accedere a questa funzionalità.

In linea di massima i passaggi sono quelli appena indicati, con minime variazioni in base al modello di smartphone.