False recensioni: il nuovo racket

False recensioni: il nuovo racket

Tra le molteplici investigazioni condotte da un investigatore privato, quelle destinate alle aziende si rivelano essere tra le più delicate. Questo perché coinvolgono interessi economici spesso di rilievo. La concorrenza sleale, lo spionaggio industriale e l'assenteismo sono solo alcune delle sfide che si presentano oggi, amplificate dall'esplosione di internet e dei social network. In particolare, emerge con forza il problema delle recensioni false, che colpiscono soprattutto il settore della ristorazione.

Il dilagare delle recensioni false online è un fenomeno dannoso sia per i ristoratori che per i clienti. Questa pratica, che sembra ormai sfuggire a ogni controllo, ha spinto numerosi esercenti a richiedere l'intervento urgente del governo per porvi fine.

Recensioni negative e concorrenza sleale

Secondo quanto riportato da Gambero Rosso, molte di queste recensioni assumono la forma di vere e proprie accuse diffamatorie, trasformando le piattaforme online in strumenti per danneggiare la reputazione degli esercenti. Ristoranti e alberghi sono bersagliati da giudizi violenti e privi di fondamento, senza che sia possibile individuare gli autori di tali recensioni.

Molti ristoratori hanno intrapreso azioni legali presentando querele e denunce, talvolta avvalendosi dell'assistenza di agenzie investigative come la Iuris Investigazioni. Tuttavia, l'identificazione degli autori delle recensioni false si rivela spesso un compito arduo anche per gli investigatori privati, rendendo difficile l'applicazione di misure immediate.

Le recensioni negative, soprattutto se mendaci, causano danni economici rilevanti. Considerando che il 65% delle persone si affida alle recensioni online per le proprie scelte di ristorazione e alloggio, diventa evidente l'impatto negativo di tali giudizi falsi.

Secondo Gambero Rosso, dietro molte di queste recensioni si celano concorrenti sleali e individui ostili, i quali danneggiano ingiustamente l'immagine del ristorante oggetto delle loro critiche. Purtroppo, il fenomeno si è aggravato ulteriormente, con la criminalità organizzata che ha intrapreso l'ingiusto sfruttamento di questa situazione. L'estorsione è diventata una minaccia tangibile, basata sulla promessa di pubblicare una grande quantità di recensioni false, danneggiando così l'immagine e la reputazione dell'attività presa di mira.

Recensioni negative come minaccia estorsiva

Il racket 2.0 passa proprio per il web, con bombardamenti di recensioni negative attuati dalla criminalità organizzata nei confronti del commerciante che rifiuta di pagare il pizzo.
Questi bombardamenti di recensioni negative sui social network o sulle altre piattaforme che fungono da vetrina virtuale per ristoranti, bar, pub ecc., partirebbero immediatamente nel momento in cui il titolare dovesse rifiutarsi di pagare il racket al criminale di turno. Una estorsione vera e propria alla quale spesso si cede in quanto una falsa recensione potrebbe compromettere inesorabilmente il futuro di un'attività commerciale, soprattutto se legata al food.

Il fenomeno delle false recensioni ha già portato, in passato, a sentenze di condanna e risarcimento, ma la lentezza dei processi e la difficoltà di individuare i responsabili, scoraggiano le vittime, che spesso preferiscono pagare il pizzo.

Riteniamo opportuno ricordare che già nel 2018, in Italia, si registrava la prima condanna contro un uomo che vendeva veri e propri pacchetti di recensioni false su Tripadvisor alle aziende per “promuovere” le loro attività. Il lestofante venne condannato dal Tribunale di Lecce a 9 mesi di carcere e a una multa di 8.000 euro.

Denunciare il racket, magari con il supporto delle indagini offerte da un buon investigatore privato in grado di provare, in maniera concreta, l'esistenza del reato, è di fondamentale importanza al fine di ritrovare la giusta serenità sul posto di lavoro e nella propria vita in generale.