Certo non si tratta di creature mitologiche o dei personaggi di qualche romanzo all’italiana, ma di assenteisti, persone che si assentano dal posto di lavoro senza giustificato motivo.
Il termine “furbetti del cartellino” è comunemente utilizzato in Italia per riferirsi a coloro che manipolano o abusano del sistema di timbratura del cartellino per registrare falsamente la propria presenza sul luogo di lavoro. Questo comportamento può includere attività come la timbratura anticipata o ritardata, la timbratura per colleghi assenti o la timbratura di un cartellino per conto di qualcun altro.
Prendendo in esame alcuni dati ufficiali, è possibile evincere che i furbetti del cartellino, nel 2022 risultano in crescita del 13% rispetto al 2021 anche perché, ricordano i giudici contabili, è stata posta particolare attenzione proprio ai procedimenti avviati per «falsa attestazione della presenza in servizio, accertata in flagranza».
Il fenomeno dei “furbetti del cartellino” è spesso associato a pratiche di assenteismo o di lavoro non etico, poiché tali comportamenti violano le norme aziendali e possono portare a una cattiva gestione delle risorse umane oltre che a un licenziamento in tronco, senza preavviso e senza indennità.

La Cassazione ha confermato in diverse sentenze la legittimità del licenziamento per giusta causa dei furbetti del cartellino, indipendentemente dalla durata dell’assenza o dal danno economico arrecato all’azienda. Il motivo è che la falsa timbratura del badge evidenzia un’intenzione fraudolenta e lesiva degli interessi aziendali, e fa venire meno la fiducia necessaria per l’esecuzione della prestazione professionale.
Le aziende adottano sistemi di registrazione delle presenze come i cartellini per monitorare l’effettiva presenza dei dipendenti e garantire che le ore di lavoro vengano registrate correttamente, ovviamente spesso ricorrono alla professionalità di un buon investigatore privato, specializzato nell’ambito delle indagini aziendali e soprattutto in quelle per assenteismo.

Cosa è quindi questo “maledetto” assenteismo?

In linea di massima è lecito affermare che l’assenteismo sul lavoro è il comportamento di un dipendente che si assenta frequentemente e ingiustificatamente dal posto di lavoro, violando i doveri di fedeltà, buona fede e correttezza verso il datore di lavoro (previsti dall’articolo 2105 del Codice Civile), è un fenomeno purtroppo molto diffuso in Italia, da Nord a Sud, sia nel settore pubblico che in quello privato
L’assenteismo può avere cause diverse, come la bassa retribuzione, lo stress, il mobbing, i problemi familiari o la falsa malattia, può danneggiare la produttività e l’efficienza dell’azienda e può portare al licenziamento per giusta causa del dipendente assenteista, così come già specificato.

Chiaramente i famosi “furbetti del cartellino” non hanno vita facile, soprattutto da quando le agenzie investigative sono state autorizzate a operare a garanzia dell’azienda o comunque del datore di lavoro.
L’attività investigativa è infatti in grado di accertare l’orario di entrata/uscita da lavoro del dipendente o la sua presenza altrove in orario di servizio, provando anche l’eventuale attività di falso o scorretto “timbro del cartellino” sia in orario di entrate che in orario d’uscita dal luogo di lavoro (in poche parole l’investigatore privato può smascherare i famosi “furbetti del cartellino” e inchiodarli dinnanzi alle proprie responsabilità).