Legittima difesa quando è valida? Ecco cosa dice il codice penale

Legittima difesa quando è valida? Ecco cosa dice il codice penale

Ecco cosa dice il codice penale sulla legittima difesa

Legittima difesa quando è valida: al giorno d’oggi si sente spesso parlare di legittima difesa, le cronache utilizzano spesso questo termine anche se il più delle volte in maniera impropria e come investigatore privato mi trovo spesso costretto a dare qualche delucidazione in merito a questo argomento, soprattutto per quanto riguarda la difesa domiciliare.

La nostra agenzia investigativa consiglia sempre di prestare la massima attenzione su questo tema, perché a volte ciò che si crede poter essere considerato “legittima difesa” è in realtà un’azione illecita che a sua volta configura un reato.

Legittima difesa

La legittima difesa è una scriminante, una giustificazione legittima se vogliamo, si tratta di circostanze che escludono l’illegalità di una certa condotta che altrimenti avrebbe costituito reato.

In Italia questa scriminante è prevista principalmente all’articolo 52 del Codice di procedura penale, che prevede quanto segue:

Art. 52 C.p.

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.

Nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma, sussiste sempre il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:

a) la propria o la altrui incolumità:

b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.

Le disposizioni di cui al secondo e al quarto comma si applicano anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.

Nei casi di cui al secondo e al terzo comma agisce sempre in stato di legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere, con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone.

Come è possibile dedurre dalle disposizioni sopra riportate, l’articolo 52 c.p. precisa, al primo comma, che “non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.

Legittima difesa quando è valida e perché

Quindi il principio fondamentale affinché si possa parlare di azione giustificata da necessità di legittima difesa è lo stato di emergenza, il palesarsi di un pericolo improvviso e in grado di determinare una reazione congrua, ad esempio, a un’aggressione che metterebbe in pericolo l’incolumità personale o di terze parti.

Sia però chiaro che vii deve essere una proporzione tra difesa e offesa, infatti abbiamo precedentemente utilizzato il termine congruo (reazione congrua).

Sul controverso tema della legittima difesa quando è valida, che da decenni divide l’opinione pubblica, si è più volte pronunciata la Corte di Cassazione, nell’ultimo periodo con sentenza n. 4529 del 2023.

Attenzione a non confondere la legittima difesa con la vendetta, che già da definizione letterale è tutt’altra cosa.
A differenza di un atto di legittima difesa, la vendetta è l’atto di commettere un danno materiale o morale, di chi si ritiene offeso e cerca di farsi giustizia da solo, nei confronti di una o più persone in risposta a un atto spiacevole reale o presunto.
Quindi, come è possibile dedurre, la vendetta non ha nulla a che fare con la necessità di intervenire per difendere se stessi o altri, al contrario, spesso chi agisce per vendetta credendo di essere nella ragione, commette il reato di Esercizio arbitrario delle proprie ragioni, previsto all’art. 392 del Codice penale che dispone quanto segue:

L’art. 392 del codice penale

Chiunque, al fine di esercitare un preteso diritto, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo, mediante violenza sulle cose, è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 516 euro.

Agli effetti della legge penale, si ha «violenza sulle cose» allorché la cosa viene danneggiata o trasformata, o ne è mutata la destinazione.

Si ha, altresì, «violenza sulle cose» allorché un programma informatico viene alterato, modificato o cancellato in tutto o in parte ovvero viene impedito o turbato il funzionamento di un sistema informatico o telematico.

La prima, significativa modifica delle norme sulla legittima difesa venne introdotta dal legislatore nel 2006, anno in cui venne introdotto un nuovo comma che prevedeva una speciale legittima difesa domiciliare che si sarebbe realizzata nei casi in cui un malintenzionato si fosse introdotto nell’abitazione altrui senza il consenso del titolare.
Successivamente, nel 2019, la norma fu nuovamente ritoccata è si introdusse un nuovo principio secondo il quale, nei casi di violazione di domicilio, si presuppone sempre la proporzionalità tra difesa e offesa.

Divorzio breve e investigatori privati

Divorzio breve e investigatori privati

Il ruolo degli investigatori privati nel divorzio

Divorzio breve e investigatori privati: separazione e divorzio sono temi che all’interno della nostra agenzia investigativa risultano sempre attuali.
Non è una novità il fatto che un buon investigatore privato, nonostante il gran numero di servizi offerti, sia quasi sempre impegnato in indagini per infedeltà coniugale che poi conducono, il più delle volte, a separazioni e divorzi.

Riforma Cartabia su divorzi e separazioni

Prima della riforma Cartabia, era necessario presentare due distinti ricorsi per concludere l’iter per il divorzio: uno per la separazione e successivamente uno per il divorzio.
Con le nuove norme introdotte, invece, si potrà presentare un atto unico, quindi i tempi si accorciano notevolmente tanto che per il divorzio immediato sarà necessaria una richiesta cumulativa.
Prima di continuare sarà necessario ricordare ai lettori cosa si intende per divorzio e cosa per separazione.
Con la separazione legale, i due coniugi si rivolgono al giudice per sospendere gli effetti del matrimonio in attesa del definitivo divorzio.
La separazione si divide in Consensuale (quando i coniugi sono d’accordo su tempi e modalità) o giudiziale (quando sarà il giudice a stabilire modalità e conseguenze, diritti e doveri).
Il divorzio è invece lo scioglimento definitivo del vincolo matrimoniale.
I due ex coniugi, ha seguito di divorzio, possono nuovamente sposarsi in quanto persone libere, mentre se sono in stato di separazione (ma non divorziati) non possono risposarsi.

La legge 55 del 06 maggio 2015 introduce in Italia il divorzio breve, che riduce le tempistiche necessarie per la richiesta e l’ottenimento del divorzio
La recente riforma Cartabia accorcia ancora le tempistiche in quanto, in caso ad esempio di separazione/divorzio giudiziale, i coniugi possono chiedere separazione e divorzio in un unico atto.
La riforma prevede un limite di 90 giorni per la prima udienza e un unico canale di giudizio.

Riforma Cartabia e investigatori privati.

Per gli investigatori privati non cambia poi molto, le prove raccolte da un investigatore privato restano comunque valide nei casi di divorzio giudiziale, o per l’affidamento dei figli minori.
Ciò che la riforma modifica sono le tempistiche dei processi.
Nella separazione si può sempre incaricare un investigatore privato di scoprire il presunto tradimento e di raccogliere le prove da poter utilizzare in tribunale per far valere le proprie ragioni.

L’Indagine per Infedeltà coniugale e tradimento è uno dei servizi per privati offerti dalla Iuris Investigazioni; subire un tradimento è decisamente uno degli avvenimenti più spiacevoli che possano toccare ognuno di noi. Uno dei motivi che spinge qualcuno a rivolgersi a un investigatore privato è appunto il sospetto di infedeltà coniugale.

Il sogno della coppia felice, dell’amore eterno, è sicuramente ancora possibile ed è realtà nella maggior parte delle relazioni, ma i casi di tradimento del partner e infedeltà coniugale sono in costante aumento.

Perché l’investigatore privato è decisivo

La professionalità del detective privato è essenziale per questa tipologia di indagini, il detective deve operare nella massima discrezione e tutelare la riservatezza del suo cliente, che certamente vive uno stato d’animo di angoscia che facilmente potrebbe degenerare. Tra il cliente e l’investigatore deve instaurarsi un rapporto di cordialità e fiducia, ciò in quanto il mandante deve poter raccontare con la massima trasparenza quali siano stati gli indizi che lo hanno convinto del tradimento da parte del partner.

Ci sembra doveroso ricordare che l’art. 143 del Codice Civile, sancisce l’oblio alla fedeltà, da parte di entrambi i coniugi e questo non cambia con la riforma Cartabia che non modifica i principi sui quali viene fondata la nuova famiglia:

Art. 143 Codice Civile: “Diritti e doveri reciproci dei coniugi. Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale,alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”

Investigatori e tutela degli animali

Investigatori e tutela degli animali

Tutela degli animali, quando rivolgersi all’investigatore

Investigatori e tutela degli animali: maltrattare gli animali è un reato severamente punito dalle leggi italiane, indagare su presunti casi di maltrattamenti sugli animali è uno dei servizi offerti dal vero investigatore privato.
Abbiamo sottolineato l’aggettivo “vero” in quanto a giorno d’oggi molti si improvvisano detective privati, causando seri problemi legali a loro stessi e anche a chi a loro si fosse rivolto.
La nostra agenzia investigativa consiglia sempre di prestare la massima attenzione al professionista al quale ci si voglia rivolgere, che sia un vero professionista e non un ciarlatano.

Maltrattare gli animali è reato

La convivenza tra uomini e animali è antichissima, grazie a loro la nostra società si è evoluta ed è diventata ciò che noi oggi tutti vediamo.
Le leggi a tutela degli amici animali sono molteplici e pensate che già nel lontano 164, la 
Corte Generale del Massachussettes dichiarava che: “nessun uomo può esercitare alcuna tirannia o crudeltà verso gli animali tenuti dall’uomo per il proprio utilizzo”.
Ovviamente da allora sono cambiate molte cose, è cambiato il contesto storico e socio-culturale, quindi oggi in Italia la legge tutela gli animali con norme precise e severe.

Art. 544 ter Codice Penale | Maltrattamento di animali.

Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.

La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.

Cosa dice la legge e cosa possono fare gli Investigatori per la tutela degli animali

Questo articolo, inserito nel Codice di procedura Penale, lascia bene intendere l’attenzione che il legislatore pone sulla delicata questione dei maltrattamenti sugli animali, eppure la cronaca ci narra di episodi crudeli e meschini che macchiano l’onore della nostra società, teoricamente civilizzata.

Potremmo anche citare l’articolo 727 del Codice di procedura Penale, che stabilisce quanto segue:

Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.

Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”

Agenzia investigativa per la tutela degli animali

Esistono molte associazioni che si occupano non solo di curare e gestire animali domestici abbandonati o che comunque versano in stato di pericolo, ma anche di monitorare che all’interno di un dato territorio (quello di loro competenza) non si verifichino casi in cui gli amici animali vengano denutriti, maltrattati, seviziati, persino uccisi e poi nascosti da persone che definire civili sarebbe ridicolo.
Queste organizzazioni possono rivolgersi a un buon
investigatore privato che, grazie alla sua professionalità e alle specifiche competenze nell’ambito dell’investigazione, può accertare e provare eventuali condotte illecite e lesive nei confronti degli animali oggetto di attenzione.
Anche comuni cittadini possono, o dovrebbero, manifestare interesse nella tutela e nella salvaguardia degli animali, è un dovere civico oltre che morale, e anche loro possono ingaggiare una buona 
agenzia investigativa in grado di smascherare eventuali colpevoli dei crudeli reati sopra indicati.

Investigatori e tutela degli animali

Tutti sappiamo che una delle indagini più richieste alle principali agenzie investigative è la ricerca di persone scomparse, uno dei servizi offerti anche da noi della IURIS INVESTIGAZIONI e che spesso porta a nuovi elementi in grado di convincere la magistratura a riaprire vecchi casi chiusi o archiviati.

Recentemente questo servizio ha dato origine a un ramo secondario dell’investigazione privata incentrato sulla ricerca di animali scomparsi.
Migliaia di cani e gatti scompaiono ogni anno in Italia, a volte per smarrimenti dovuti a fattori imprevedibili, altre volte per furti bene organizzati.
Ovviamente non tutte le agenzie investigative si occupano di questo aspetto, ma tutto sommato anche questo rientra nella volontà di tutelare e salvaguardare l’incolumità di altri esseri viventi che coesistono con coi su questo pianeta.

Svela i tradimenti della futura sposa durante la festa per annunciare le nozze

Svela i tradimenti della futura sposa durante la festa per annunciare le nozze

Svela i tradimenti della futura sposa durante la festa per annunciare le nozze

Svela i tradimenti della futura sposa: un buon investigatore privato è la scelta giusta per smascherare un tradimento coniugale, anche quello più celato, gli amanti non potranno mai sfuggire alla professionalità dei detective di una competente agenzia investigativa. Quello che succede dopo, ossia dopo che il partner tradito ottiene le prove documentali del tradimento subito, a volte può avere dell’incredibile.
Il più delle volte è la rabbia a prendere il sopravvento, la disperazione, la tristezza, ma capitano anche situazioni anomale nelle quali il desiderio di vendetta prende il sopravvento e il tradito riesce a escogitare modi anche abbastanza ingegnosi per sanare, almeno in parte, il suo orgoglio ferito.

Una festa per rivelare un tradimento

Anche se il caso di cui tratteremo adesso riguarda una coppia di persone non ancora coniugate, ergo un caso non indagabile da un investigatore privato che può effettuare indagini per infedeltà coniugale solo nell’ambito di un rapporto di coppia esclusivo, il fatto in essere sta facendo molto discutere ed è finito sulle pagine dei principali quotidiani italiani.

Il promesso sposo, tradito dalla futura moglie, organizza una festa con 50 invitati fingendo di voler annunciare il matrimonio agli amici più stretti, ma in realtà perseguendo l’intenzione di denunciare il “presunto” tradimento davanti a tutti.

Questo quanto sarebbe avvenuto, secondo i principali organi d’informazione, a Torino lo scorso mese di luglio 2023.
Protagonisti della vicenda, che potremmo definire surreale se non fosse realmente accaduta, sono due noti professionisti italiani, 68 anni lui e 47 anni lei.
Sarebbero dovuti convolare a nozze ma l’uomo sarebbe stato informato di un tradimento da parte della sua compagna, del quale avrebbe anche ottenuto alcune foto come prova che avrebbe portato con sé per mostrarle al momento dell’annuncio pubblico.

La “piazzata” non è certo passata inosservata, anche per via della notorietà della coppia, e probabilmente qualcuno dei presenti era stato preventivamente informato delle reali intenzioni dell’uomo tanto da avere organizzato “la comunicazione” che velocemente ha fatto il giro d’Italia sui principali mass-media.

Tradimento e diffamazione

L’ordinamento italiano definisce la diffamazione come un’offesa alla reputazione e all’immagine altrui e come una condotta volta a screditare le qualità morali e sociali di un individuo.
Accusare qualcuno di un falso tradimento, soprattutto se in pubblico, può fare scattare una denuncia per diffamazione, non sappiamo se il caso sopra riportato avrà risvolti legali da questo punto di vista ma è sempre opportuno fare molta attenzione prima di formulare un’accusa del genere.
La denuncia per diffamazione risulta legittima se l’accusa è falsa, ossia se l’infedeltà sussiste e non si è mai verificata, ma anche se ha seguito a un tradimento perpetrato questo venga reso pubblico ledendo la dignità del traditore. In ogni caso la persona offesa può richiedere un risarcimento per compensare il danno subito, quindi mantenere la calma e rivolgersi a professionisti dell’investigazione risulta essere sempre la scelta vincente.

Un esempio di quanto sopra scritto è riscontrabile nella storia di un uomo che aveva falsamente accusato la sua ex moglie di infedeltà coniugale, rendendo poi pubblica la notizia all’interno della comunità e per questo condannato per il reato di diffamazione ex art. 595 comma 3 c.p. e art. 368 c.p. sia dal Tribunale di Taranto sia dalla Corte d’Appello di Lecce.
Condanna successivamente confermata Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione con sentenza del 04 maggio del 2020 n. 13564.

Svela i tradimenti della futura sposa: l’indagine

L’Indagine per Infedeltà coniugale e tradimento è uno dei servizi per privati offerti dalla Iuris Investigazioni. Il partner che sospetta di essere tradito, inizialmente tende a ignorare il problema, poi tende a negarlo, ma quando il dubbio si insinua pesantemente nella sua mente potrebbe decidere di indagare autonomamente rischiando di passare dalla ragione al torto e di commettere reati anche abbastanza gravi.
Proprio per evitare di aggiungere il danno alla beffa, è altamente consigliato rivolgersi a un investigatore privato, autorizzato a indagare secondo regole ben precise, e di fornire prove inconfutabili dell’eventuale tradimento perpetrato.

Un privato cittadino può arrestare un criminale

Un privato cittadino può arrestare un criminale

Può arrestare un criminale un privato cittadino?

Un privato cittadino può arrestare un criminale: anche i privati cittadini possono, in alcuni casi, procedere all’arresto di qualcuno colto in flagranza di reato, e ovviamente anche un investigatore privato può farlo secondo i principi e i limiti stabiliti dalla legge per tali circostanze.

Facoltà di arresto da parte dei privati

Articolo 383 Codice di procedura penale

1. Nei casi previsti dall’articolo 380 ogni persona è autorizzata a procedere all’arresto in flagranza, quando si tratta di delitti perseguibili di ufficio.

2. La persona che ha eseguito l’arresto deve senza ritardo consegnare l’arrestato e le cose costituenti il corpo del reato [c.p.p 253] alla polizia giudiziaria la quale redige il verbale [c.p.p 357] della consegna e ne rilascia copia.

Un investigatore privato, in Italia, è un privato cittadino in possesso di una licenza per l’attività di investigatore, quindi è soggetto a tutti i divieti e gli obblighi di un qualsiasi altro cittadino italiano, allo stesso modo ha gli stessi diritti.
A tal proposito occorre spiegare cosa è l’arresto, perché spesso utilizziamo questo termine senza conoscerne realmente il significato e quindi, molte volte, in maniera impropria.
Con arresto si intende la temporanea privazione della libertà personale di uno o più individui che la Polizia Giudiziaria dispone a carico di chi viene colto nell’atto di commettere il reato (flagranza propria) oppure di chi viene bloccato e manifesta tracce chiare che dimostrano inequivocabilmente che abbia commesso il reato immediatamente prima (flagranza impropria).

Quando un cittadino può arrestare un criminale?

Come precedentemente spiegato, la legge concede al cittadino la facoltà di arrestare un criminale colto in stato di flagranza di reato nei casi in cui è previsto un obbligo di arresto anche per le Forze dell’Ordine, ad esempio:

Al fine di delimitare i casi in cui il privato cittadino può sostituirsi agli organi di polizia, converrà partire dalla disamina dell’art. 380 c.p.p., che disciplina le seguenti ipotesi in cui è obbligatorio l’arresto in flagranza:

  • Delitti contro personalità dello Stato o di violenza o minaccia a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti;

  • Delitti contro l’incolumità pubblica per i quali è stabilita la pena della reclusione dai tre anni a dieci anni

  • Riduzione in schiavitù, delitto di prostituzione minorile, pornografia minorile e delitto di iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile

  • Violenza sessuale;

  • Rapina ed estorsione;

  • Fabbricazione, messa in vendita, cessione, detenzione e porto illegale di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse;

  • Terrorismo o promozione, costituzione, direzione e organizzazione di associazioni segrete o di tipo mafioso;

  • Delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di stalking;

  • Delitto di omicidio colposo stradale.

Attenzione a non confondere l’arresto con il fermo.

Sia l’arresto che il fermo sono di fatto un atto di privazione temporanea della libertà personale di un individuo. Occorre però precisare che, mentre l’arresto si applica nei casi in cui il criminale viene colto in flagranza di reato, il fermo può essere ordinato anche in situazioni particolari nelle quali si teme il pericolo di fuga dell’indiziato, soprattutto se indiziato per gravi delitti.

Cosa non può fare un investigatore privato?

Una buona agenzia investigativa, come la Iuris Investigazioni, confida in investigatori privati accuratamente selezionati e perfettamente consapevoli dei limiti legali entro i quali devono operare e che non possono assolutamente scavalcare.

Un investigatore privato non è un pubblico ufficiale né un ufficiale di polizia giudiziaria, ad esempio non può mettere sotto controllo il telefono di altri individui né richiedere i tabulati telefonici.
Altresì non può spiare il contenuto delle chat private o delle e-mail, né introdursi nei luoghi privati senza autorizzazione.

Non è facile condurre un’investigazione privata rimanendo nella legalità, per questo non è mai consigliabile improvvisarsi detective e indagare autonomamente.

Persino la registrazione di foto e video non è sempre consentita, ad esempio non è possibile registrare o fotografare all’interno di contesti domestici o comunque in luoghi privati.